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Rifasamento dell’impianto elettrico: cos’è e come farlo

Rifasamento dell'impianto elettrico: cos'è e come farlo
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Perché rifasare

La presenza di carichi elettrici ed apparecchiature che danno carichi di tipo induttivo, come motori elettrici quali trasformatori, ventilatori elettrici ed in genere tutti quegli apparati che sfruttano il magnetismo per funzionare, comporta lo sfasamento della curva caratteristica della corrente alternata: in pratica, l’onda che rappresenta la frequenza non è più allineata, bensì spostata (sfasata).

Questa situazione determina uno sforzo addizionale da parte del generatore per riportare le caratteristiche della corrente elettrica alle condizioni originali. Il generatore di energia elettrica, all’interno delle centrali di produzione, si sobbarca quindi anche lo sforzo di risistemare il tutto. Questo ha un costo che, inevitabilmente, andrebbe riversato nelle tasche degli utenti: infatti la bolletta elettrica può includere anche penali ed addebiti per carichi reattivi.

I carichi induttivi, in genere, sono rappresentati, come già detto, da tutti quegli apparati che sfruttano il magnetismo per funzionare; quindi, essendo molti gli usi che facciamo quotidianamente di questi dispositivi, si rende necessario aggiustare quanto più possibile questo sfasamento della tensione elettrica che, oltre a provocare un rilevante incremento di consumo ed un aumento dell’utilizzo di cavi, provoca cadute di tensione non accettabili dalla maggior parte dei circuiti elettronici.

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Inoltre, è importante proteggere i circuiti elettrici dagli eventuali sovraccarichi e cortocircuiti che possono verificarsi a causa dei carichi induttivi. Per questo motivo, l’installazione di un interruttore automatico magnetotermico è fondamentale. Questo dispositivo non solo protegge il circuito, ma assicura anche che eventuali anomalie non danneggino il rifasatore e gli altri componenti del sistema elettrico.

Come rifasare

La correzione dello sfasamento che i carichi induttivi provocano sul sistema di distribuzione dell’elettricità viene eseguita con un rifasatore, che altro non è che un dispositivo contenente dei condensatori elettrici ed un sistema di regolazione; questa apparecchiatura va installata in prossimità del quadro elettrico principale e il suo intervento ristabilirà le condizioni iniziali dell’elettricità.

Il rifasamento avviene principalmente con l’inserimento di carichi capacitivi (condensatori elettrici collegati all’impianto elettrico), ovviamente usando i giusti accessori per impianti elettrici (come ad esempio canaline e tubi, a loro volta divisi in tubi rigidi e tubi corrugati): questi carichi sono in pratica l’opposto dei carichi induttivi, quindi ne sono antagonisti e consentono di riportare nei giusti valori lo sfasamento. In pratica, i condensatori elettrici annullano l’effetto dai carichi induttivi; lo sfasamento viene misurato con un’unità adimensionale che è il : questo indicatore ha un valore compreso tra 0 ed 1, dove il valore ottimale sarebbe 1, mentre più il valore decresce, maggiore è l’incidenza dei carichi induttivi; in genere il valore minimo tollerato è di 0,9.

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Al fine di contenere sempre il valore del all’interno dei valori ottimali, viene inserito nei circuiti elettrici il rifasatore, un sistema di condensatori adeguatamente dimensionato, che può essere collegato sia localmente, quindi presso l’utente, sia in qualsiasi altro punto dell’impianto di distribuzione, anche se quest’ultima soluzione risulta meno vantaggiosa.

Alcuni motori elettrici portano un condensatore direttamente installato a bordo, che rifasa la corrente direttamente.

L’apparecchio di rifasamento ha un funzionamento automatico, dove la capacità dei condensatori collegati viene gestita da un regolatore elettronico che, a seconda del valore del , collega più o meno condensatori in maniera da far rimanere nell’intervallo ottimale i valori. In sostanza, un sistema di regolazione percepisce il carico induttivo ed automaticamente collega un equivalente carico capacitivo per riportare vicino al valore di 1 il .

Vantaggi portati dal rifasatore

Rifasare gli impianti elettrici comporta una serie di vantaggi che cercheremo di riassumere brevemente, in modo che sia il più possibile comprensibile a tutti.

Il vantaggio ottenuto in termini di efficienza energetica è quello che viene percepito immediatamente: la maggiore efficienza energetica si traduce immediatamente in minori costi di produzione dell’energia e di conseguenza tali benefici vengono ridistribuiti agli utenti.

La presenza del rifasatore presso l’utente consente di evitare cadute di tensione eccessive che andrebbero a compromettere il buon funzionamento ed il rendimento di tutte le apparecchiature collegate, soprattutto quelle che necessitano di circuiti elettronici per funzionare.

Altro aspetto, che con il sistema di rifasamento va visto come vantaggio, è il fatto che carichi non rifasati comportano un sovraccarico anche sulla rete di distribuzione; quindi, a parità di carico, quello non rifasato richiederebbe una sezione del cavo elettrico maggiore e viceversa; tutto ciò avrebbe un impatto enorme su tutta la rete di distribuzione.

Rifasatore, perché installarlo

Abbiamo visto che rifasare l’elettricità comporta innumerevoli vantaggi e, praticamente, nessun svantaggio.

L’installazione di un rifasatore, monofase o trifase a seconda della fornitura, è sempre consigliabile: in tale maniera vengono protetti tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici che abbiamo collegato e, soprattutto, si evitano sorprese negative sulla bolletta elettrica, con addebiti dovuti ai carichi reattivi induttivi.

Per installare correttamente un rifasatore è indispensabile che lo stesso sia dimensionato correttamente in funzione dei carichi totali collegabili (oltre a possedere il giusto materiale elettrico e, perché no, cambiare anche le scatole portafrutta per abbinare le placchette serie BTicino Matix, le placche Bticino Axolute o le placche serie Vimar Plana, che sono le più comuni ed apprezzate).

Per la regolazione è meglio affidarsi a sistemi automatici che manterranno sempre i valori del negli intervalli richiesti.

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